Il progetto prevede la possibilità di andare a educare i pastori/allevatori sulla corretta gestione dei cani da protezione del bestiame sia per la loro crescita seguendo un approccio zooantropologico cognitivo, sia per la prevenzione alla nascita di cucciolate.L’ultimo punto risulta essere di vitale importante anche per la prevenzione al randagismo.
E’ importante, inoltre, fare il punto sul numero di cani da protezione operanti nelle aziende agricole zootecniche e indicarne la loro presenza.
Il progetto prevede di creare una manifestazione di interesse relativa alla possibilità di effettuare la sterilizzazione/castrazione dei cani da protezione del bestiame e di assistenza legata alle profilassi antiparassitarie del cane. Tale procedura verrebbe anticipata da una visita tecnica in campo per l’osservazione del singolo cane. Sono previsti, inoltre, dei corsi di formazioni in presenza e on-line gratuiti, rivolti ai possessori di questi cani. I temi trattati includono la parte comportamentale, la parte medico veterinaria, quella legale e assicurativa.
Dai dati raccolti sul numero dei cani si comincia a identificare un numero minimo certo di cani da protezione per il territorio coinvolto nell’indagine. La conoscenza della corretta gestione dei cani da protezione è alla base per cercare di trovare una mitigazione con la presenza della fauna selvatica e quindi della coabitazione tra specie preda e predatori. Educare alla corretta gestione, vuol anche dire far realmente capire alle persone l’importanza di questi cani.
E’, inoltre, di fondamentale importanza prevenire il randagismo o semplicemente l’ingresso in strutture quali canili o rifugi di cani provenienti dal mondo pastorale dei cani da protezione.
Saranno fornite dei cartelli che indicano la presenza dei cani al pascolo. Si programmeranno anche degli interventi rivolti ai frutori del territorio per fornire le corrette indicazioni su come comportarsi se si incontrano i cani da guardiania.